Description
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La scoperta degli Archaea estremofili ha rivelato che gli habitat possibili per la vita sono molto ampi. Le evidenze della geologia e della biologia molecolare sostengono l’ipotesi che gli Archaea estremofili sono le forme esistenti di vita piuÌ€ vicine all’ultimo antenato comune universale (LUCA). Un approccio realistico per esplorare l’origine e l’evoluzione della Vita nell’Universo eÌ€ studiare gli estremofili che popolano oggi la Terra. In quest’ottica, lo studio della genetica molecolare degli Archaea estremofili permette di comprendere aspetti fondamentali sull’origine della vita, come l’evoluzione del genoma e della trasmissione dell’informazione genica. E’ ormai noto che in alcuni geni le regole standard della traduzione sono alterate da eventi diversi denominati globalmente recoding, in cui il ribosoma devia, in modo finemente regolato, dalle regole "universali" della traduzione. A seguito dei recenti progressi, la nostra comprensione della flessibilitaÌ€ del codice genetico eÌ€ notevolmente migliorata nell’ultimo decennio. Infatti, eÌ€ stato ampiamente dimostrato che molti geni interrotti, di solito considerati pseudogeni, sono in realtaÌ€ geni funzionali la cui espressione eÌ€ finemente regolata mediante recoding traduzionale. Sempre maggiori evidenze suggeriscono che la flessibilitaÌ€ del codice genetico eÌ€ un tratto selezionato durante l’evoluzione e che questa organizzazione genica potrebbe fornire un vantaggio evolutivo in condizioni estreme, espandendo i limiti della vita. In quest’ottica, lo studio dei geni interrotti nel sistema modello Sulfolobus in condizioni di stress e spaziali simulate eÌ€ di grande interesse per lo studio dell’evoluzione del codice genetico e della correlazione tra la sua flessibilitaÌ€ ed i limiti della vita |